“Quando lei dice no, vuol dire no. Zero. NON CI SONO SCUSE”.“Date la colpa alle donne. Date la colpa al bere. Date la colpa al tempo. Zero. NON CI SONO SCUSE”.“ Due donne su cinque subiscono violenza sessuale o stupro. NON CI SONO SCUSE”.
Comparvero ovunque a Edimburgo, sui muri, in televisione, negli uffici. Era“Tolleranza Zero”, la prima campagna sociale a servirsi dei mass media per sfidare la violenza maschile contro donne e bambini, si presupponeva che contro di loro non fosse mai accettabile nessuna forma di sopruso. Irwine Welsh ne ha preso spunto per scriverci sopra un libro, parlava di uno stupro e del senso di colpa dello stupratore.
Oggi è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il 25 novembre 1960 le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio Militare. Condotte in un luogo nascosto furono torturate, massacrate e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. L’assassinio è ricordato come uno dei più truci della storia dominicana. In Italia solo dal 2005 diversi Centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata (che esiste dal 2000), il cui scopo è l’eliminazione di tutte le forme di abuso sulle donne attraverso il riconoscimento a livello internazionale, regionale e locale della violenza di genere come violazione dei diritti umani.
Nel 2007 l’ISTAT ha condotto un’indagine sui soprusi e i maltrattamenti dentro e fuori la famiglia in Italia. I risultati parlano di 6,7 milioni di donne tra i 16 e i 70 anni ( il 31,9% in questa fascia di età) che hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita, 7,1 milioni hanno subito o subiscono violenza psicologica e 2,7 milioni sono stati sottoposti a comportamenti persecutori (stalking). Il 69,7 % degli stupri è opera di un partner ex o attuale, il 17,4 % di un conoscente e solo il 6,2 % è da parte di estranei. La misura del sommerso è agghiacciante: 2,9 milioni di donne hanno subito aggressione fisica o sessuale da marito o compagno, ma solo il 18,2% considera la violenza in famiglia un reato, il 45,2% di loro non ne parla con nessuno e il 93% degli abusi causati da un partner non vengono denunciati.
Lo scorso marzo, il Parlamento Europeo ha approvato una Relazione sulla violenza di genere in Europa, nella quale sono formulate una serie di proposte, in relazione soprattutto ai maltrattamenti fra le mura domestiche. Ma in questo periodo di forte crisi economica, questi temi non sono una priorità, né a livello europeo, né italiano.
In chiusura, piccola opinione personale. La violenza non è solo terribile, è anche un linguaggio. Un modo di comunicare che si apprende facilmente, soprattutto se si è bambini. Spesso si impara che chi urla ha ragione. La battaglia è prima di tutto culturale e passa attraverso il rispetto, nei grandi e nei piccoli gesti. Rispetto di idee e azioni. Non ci sono scuse, e quando lei dice no è no. Anche se l’altra persona è il marito, il fidanzato, il compagno. Ma soprattutto, non è MAI (e ripeto mai cento volte), colpa di una donna.
Q.
Comparvero ovunque a Edimburgo, sui muri, in televisione, negli uffici. Era“Tolleranza Zero”, la prima campagna sociale a servirsi dei mass media per sfidare la violenza maschile contro donne e bambini, si presupponeva che contro di loro non fosse mai accettabile nessuna forma di sopruso. Irwine Welsh ne ha preso spunto per scriverci sopra un libro, parlava di uno stupro e del senso di colpa dello stupratore.
Oggi è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il 25 novembre 1960 le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio Militare. Condotte in un luogo nascosto furono torturate, massacrate e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. L’assassinio è ricordato come uno dei più truci della storia dominicana. In Italia solo dal 2005 diversi Centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata (che esiste dal 2000), il cui scopo è l’eliminazione di tutte le forme di abuso sulle donne attraverso il riconoscimento a livello internazionale, regionale e locale della violenza di genere come violazione dei diritti umani.
Nel 2007 l’ISTAT ha condotto un’indagine sui soprusi e i maltrattamenti dentro e fuori la famiglia in Italia. I risultati parlano di 6,7 milioni di donne tra i 16 e i 70 anni ( il 31,9% in questa fascia di età) che hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita, 7,1 milioni hanno subito o subiscono violenza psicologica e 2,7 milioni sono stati sottoposti a comportamenti persecutori (stalking). Il 69,7 % degli stupri è opera di un partner ex o attuale, il 17,4 % di un conoscente e solo il 6,2 % è da parte di estranei. La misura del sommerso è agghiacciante: 2,9 milioni di donne hanno subito aggressione fisica o sessuale da marito o compagno, ma solo il 18,2% considera la violenza in famiglia un reato, il 45,2% di loro non ne parla con nessuno e il 93% degli abusi causati da un partner non vengono denunciati.
Lo scorso marzo, il Parlamento Europeo ha approvato una Relazione sulla violenza di genere in Europa, nella quale sono formulate una serie di proposte, in relazione soprattutto ai maltrattamenti fra le mura domestiche. Ma in questo periodo di forte crisi economica, questi temi non sono una priorità, né a livello europeo, né italiano.
In chiusura, piccola opinione personale. La violenza non è solo terribile, è anche un linguaggio. Un modo di comunicare che si apprende facilmente, soprattutto se si è bambini. Spesso si impara che chi urla ha ragione. La battaglia è prima di tutto culturale e passa attraverso il rispetto, nei grandi e nei piccoli gesti. Rispetto di idee e azioni. Non ci sono scuse, e quando lei dice no è no. Anche se l’altra persona è il marito, il fidanzato, il compagno. Ma soprattutto, non è MAI (e ripeto mai cento volte), colpa di una donna.
Q.