domenica 12 febbraio 2012

Federconsumatori vs Bpm

Venerdì 10 febbraio era l’anniversario della nascita di Bertold Brecht, il famoso drammaturgo che disse in tempi non sospetti  «il vero ladro non è chi rapina la banca, ma chi la fonda». Stando alle ultime vicende, pare non avesse tutti i torti.
È di questi giorni infatti la notizia ufficiale dell’avvio, da parte di Federconsumatori, di una class action contro la Banca popolare di Milano (Bpm). Gli avvocati dell’associazione hanno depositato l’atto al tribunale di Milano. Ora bisognerà aspettare la fine di aprile per la prima udienza sull’ammissibilità.
La vicenda è quella dei bond “convertendo”. Il titolo di debito, con scadenza 2013, fu lanciato ed emesso nel 2009 da Bpm e convertito in anticipo in azioni alla fine dello scorso anno. Il rendimento promesso era talmente elevato, il 6,75%, da convincere circa 15.000 clienti della banca ad acquistarlo, convinti effettivamente di fare un affare. Alla fine dell'anno appena trascorso però, la sorpresa. In seguito al crollo delle azioni della banca molti clienti avevano scoperto di aver perso moltissimo del loro capitale, alcuni addirittura fino al 90%.  Questo perché il titolo in questione non rappresentava una vera obbligazione, ma un derivato non negoziato in borsa, venduto agli interessati senza informazioni sulla sua reale natura e senza la necessaria consapevolezza del rischio a cui andavano incontro.
L’avvocato Massimo Cerniglia, uno dei curatori dei ricorsi per Federconsumatori, spiega che, oltre alla scarsa informazione, viene contestato alla banca la non corretta valutazione del profilo di rischio, non adatto a semplici risparmiatori. Inoltre, alcuni clienti si sono visti aumentare il profilo di rischio automaticamente, senza nessun avviso. Insomma, una vera e propria truffa.
Già a giugno del 2011 la Procura di Milano aveva aperto un fascicolo nei confronti di Bpm: per il momento non ci sono accuse vere e proprie nei confronti di nessuno. Però, a testimonianza dell'atteggiamento scorretto della banca nei confronti dei suoi clienti, c’è la sanzione di 175.000 euro che la Consob ha comminato al direttore generale della banca per non aver agito con la necessaria correttezza e trasparenza.
Ad avere espresso la volontà di adesione alla class action sono circa 400 persone, che potrebbero salire fino a 5 mila in caso di dichiarata ammissibilità dell’azione da parte del tribunale. In quel caso si parlerebbe probabilmente di richieste di risarcimento per svariati milioni. 
La prima udienza di ammissibilità sarà a fine aprile, da lì in poi, a seconda della sentenza, gli scenari saranno diversi.

Nel frattempo, buon compleanno Bertold Brecht.

[Q]

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